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L'Alluvione in Versilia e Garfagnana - venti anni dopo (1996-2016)

   

 

Voyage en Tunisie
Progetti di cooperazione verso il primo Geoparco tunisino

12-16 Febbraio 2014

 

     

 

Il Geoparco delle Alpi Apuane come incubatore di un altro potenziale Geoparco a Tataouine nella Tunisia meridionale, all'interno di progetti di cooperazione internazionale da sviluppare attraverso Organizzazioni Non Governative (ONG). Questa è la mission possibile che è stata delineata e definita nel corso del viaggio effettuato sui bordi settentrionali del Sahara, dal Direttore dott. Antonio Bartelletti e dal dott. Giuseppe Ottria del Comitato scientifico dell'ente, durante la settimana dal 12 al 16 febbraio 2014.
Lo scopo non è insegnare, ma riversare e ricevere esperienze e così migliorare le relazioni all'interno della Rete mondiale dei Geoparchi, come espressamente richiesto dall'Unesco.
Il primo progetto comune vuole favorire, attraverso bandi dell'Unione Europea e non solo, lo sviluppo sociale ed umano, investendo nelle risorse umane sia delle Alpi Apuane, sia della regione di Tataouine. Il "geoparco" è il modello di tutela e promozione del territorio che l'Office National des Mines del Ministero tunisino dell'Industria, ha individuato come il più efficace per migliorare i mezzi di sussistenza delle persone marginalizzate, vulnerabili e dipendenti dall'economia informale di questa regione. Al nostro Parco è stato chiesto un aiuto nello sviluppo in loco delle competenze, dell'educazione e della formazione professionale, creando momenti di scambio ed occasioni di promozione per le attività economiche certificate e sostenute nell'area protetta delle Alpi Apuane.
Il progetto elaborato insieme a l'ONG "Medina" di Borgo San Lorenzo (Firenze) prende nome di GEOSITES: acronimo di "Glocalisation, Education, Organisation au Service Inclusif du Territoire pour l'Emploi Stable"...

Dunque una buona pratica di cooperazione internazionale che può solo arricchire il Geoparco delle Alpi Apuane, con un investimento iniziale di sole risorse umane, tenuto conto che i costi di missione sono stati interamente sostenuti dalle autorità tunisine e dall'ONG Medina di Borgo San Lorenzo (Firenze), partner dell'iniziativa.


 

 

 FOTOCRONACA

 

 

   

 


 

mercoledì 12 febbraio 2014

Un viaggio lungo e faticoso di quasi 900 km in auto, oltre il volo aereo, per 18 ore complessive fino alla Tunisia meridionale.
La prima immagine del territorio di Tataoine è uno struggente cielo d'Africa al tramonto.
 

 


 

giovedì 13 febbraio 2014

La visita al patrimonio geologico di Tataouine ha inizio dal Museo "Memoire de la Terre", che conserva importanti testimonianze fossili della regione e non solo.
La delegazione italiana è composta da Antonio Bartelletti e Giuseppe Ottria del Geoparco delle Alpi Apuane, nonché da Valentina Sorbi dell'ONG Medina di Borgo San Lorenzo.

 


 

Il Museo conserva i resti di un grosso sauropode del Cretaceo Inferiore -Tataouinea hannibalis - qui ricostruito in dimensioni ridotte.

 


 

Sulla vicina collina è possibile ritrovare più comuni fossili di molluschi ed echinodermi del Giurassico Superiore.

 


 

Il paesaggio intorno a Tataouine è quello tipico dei deserti rocciosi - gli hammada - con i grandi tavolati calcarei che ricoprono, con strati orizzontali, il cratone sahariano.

 


 

L'uomo delle rocce (il nostro geologo Giuseppe Ottria) presso uno strato più resistente all'erosione.

 


 

Il Direttore Bartelletti si ripara dal sole sotto una curiosa roccia modellata dall'erosione eolica.

 


 

I corsi d'acqua a deflusso saltuario - uadi - convergono verso una depressione tettonica a nord-est di Tataouine. Siamo al centro di un bacino endoreico - sebkha - dove la deflazione eolica impedisce il suo colmamento.

 


 

Il modellamento ad opera del vento e delle acque correnti ha prodotto queste inusuali forme mammellonari.

 


 

Nella stessa depressione, il bordo di una faglia diretta emerge da un letto di sabbia ricco di cloruro di sodio.

 
 

Nella depressione è possibile incontrare laghi o ristagni temporanei, con una discreta presenza di acqua soprattutto durante la stagione invernale.

 
 

Il deserto non è soltanto rocce, pietre e sabbia, ma anche fiori inconsueti ed effimeri...

 
 

Le impronte sulla sabbia segnalano la presenza del pascolo di ovini su terre di proprietà collettiva.

 
 

Dalla cima di una collina si domina il paesaggio lunare della sebkha, dove la forte salinità limita lo sviluppo della vegetazione.

 
 

Ancora più arido e pietroso è il deserto di Tataoine verso la costa di Djerba. Sullo sfondo il confine libico.

 
 
Una foto ricordo per suggellare l'amicizia tra le due sponde del Mediterraneo.
 
 

Tra uomo e dromedario c'è un'intesa istintiva, tra le dune di sabbia che avanzano e desertificano aree un tempo coltivate.

 
 
La coltivazione delle palme da datteri sul greto di uno uadi, dove le radici degli alberi possono più facilmente intercettare l'acqua.
 
 

Lo Ksur ("granaio collettivo") Ouled Soltane ("dei figli del Sultano"), completamente restaurato.
Il luogo è stato utilizzato come set del film "La Minaccia fantasma" (1999), episodio n. 1 della saga di "Guerre Stellari".

 
 

Kalâa (fortezza) a Duoiret, che domina il villaggio trasformato in parte in albergo, nel rispetto dell'architettura tradizionale.
 

 
 

L'albergo, scavato in parte nella montagna, offre l'opportunità di dormire in camere trogloditiche molto caratteristiche.
Le piccole finestre del cortile interno aprono lo sguardo su panorami lontani.
 

 
 

Abitazioni trogloditiche di tradizione berbera a Chénini, lungo i fianchi della collina fortificata.

 
 

Dentro la montagna di Chénini, una stanza profonda per dormire e lavorare al telaio.

 
 

Il bianco della moschea di Chénini, al tramonto, contro il bruno delle case e delle rocce della collina.

 
 

venerdì 14 febbraio 2014

È la giornata dedicata agli incontri ufficiali con i rappresentanti delle istituzionali e con i soggetti economici potenzialmente interessati al progetto.
Nel primo mattino, la presentazione degli obiettivi al Governatore della Regione di Tataouine, Mourad Achour.

 
 

A seguire, l'incontro con la realtà economica di Tataouine presso l'Associazione regionale delle imprese industriali, commerciali ed artigianali (U.T.I.C.A.), alla presenza del suo presidente.

 
 

Nell'occasione, il direttore Antonio Bartelletti ha tenuto, in francese, una breve conferenza sul tema: "Le Géoparc des Alpes Apuanes: organisation et fonctionnement - interventions matérielles et activités immatérielles".

 
 

sabato 15 febbraio 2014

La delegazione si è spostata a Tunisi, presso l'Office National des Mines, per poter sviluppare le linee guida del progetto.

 
 

Durante una pausa di lavoro, i funzionari dell'O.N.M. hanno mostrato i loro laboratori e le più recenti produzioni cartografiche sulla geologia della Tunisia.

 
 

Anche il Museo geologico dell'O.N.M. è stato oggetto di una breve visita.

 


 

Un bell'esemplare di Palma fossile del Paleogene ricorda, nel calcare, un tratto "immutabile" del paesaggio tunisino.
 

 

domenica 16 febbraio 2014

Ultimo incontro, di nuovo presso l'O.N.M., per presentare il lavoro svolto all'équipe tecnica tunisina.
L'incontro, nella sala riunioni dell'organizzazione, hanno partecipato il Direttore generale, Nouri Hatira, il Direttore centrale tecnico, Ali Abbes, il Responsabile del servizio "patrimonio geologico", Mohsen Hassine e il prof. Mohamed Ouaja dell'Università di Gabes.
 

 


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