Alpi Apuane Geopark

Itinerari apuani

"Marmitte dei giganti" dei fossi Anguillaja e Fatonero



 

Anguillaja e Fatonero sono due torrenti delle Alpi Apuane dove, in modo più spettacolare, le acque incanalate e vorticose hanno scavato, nel loro alveo in roccia, grandi cavità a forma paiolo, meglio conosciute con il nome di 'marmitte dei giganti'. Entrambi i corsi d'acqua sono affluenti di sinistra della Tùrrite Secca (a sua volta affluente di destra del fiume Serchio) e discendono i versanti meridionali del M. Sumbra (1765 m) e del M. Fiocca (1709), a circa 650 m di distanza l'uno dall'altro. 
Le 'marmitte' si presentano all’osservatore come cavità abbastanza regolari, di forma grossolanamente circolare, con pareti estremamente levigate e con fondo nelle maggioranza a calotta. Sono naturalmente scavate nella viva roccia e le loro dimensioni sono variabilissime poiché vanno da pochi centimetri fino al diametro di 6,6 m e alla profondità 1,6 m.

 
Avvicinamento all'area: (da Massa) si lascia la A12 al casello di Massa e si seguono le indicazioni per Antona. La via provinciale supera la località di Pian della Fioba ed attraversa la dorsale apuana presso la galleria del Passo del Vestito (1040 m). Si raggiunge Arni (916 m) e poi, all'altezza di Tre Fiumi (833 m), ci si immette sulla strada proveniente dalla Versilia. Da questo punto si prosegue in direzione della Garfagnana per quasi 1 km. Dal lato opposto della strada, oltre il solco della Tùrrite Secca, è possibile osservare il fosso del Fatonero, con le sue grandi 'marmitte' in bella evidenza. Per la visita all'Anguillaja basta proseguire la strada per ulteriori 700 m.

(dalla Versilia) si esce al casello Versilia dell'A12 e si seguono le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana. Dopo Seravezza (55 m), la via provinciale passa per Ruosina, Retignano, Levigliani e Terrinca (600 m). Si oltrepassa la galleria del Cipollaio e si incrocia la strada proveniente da Massa. Il percorso è, da qui in poi, lo stesso di cui sopra.
 
Accesso al fosso Anguillaja: parcheggiato l'automezzo a margine della strada provinciale di Val d'Arni (687 m di quota), che conduce verso Castelnuovo Garfagnana, ci si incammina a piedi lungo una vecchia carrareccia, che si apre sulla sinistra e discende verso la Tùrrite Secca. Dopo 250 m si raggiunge il corso d'acqua che, di regola, si presenta completamente secco, poiché caratterizzato da una circolazione subalvea. Dopo aver percorso il fondo arido in direzione nord, mentre l'asta fluviale disegna un meandro incassato, si incontra subito la confluenza da sinistra del fosso Anguillaja (650 m di quota), in gran parte modificata dai vecchi tagli e dai residui abbandonati di una cava di marmo. L'attività estrattiva ha pure cancellato le prime 'marmitte' che esistevano nella parte più bassa dello stesso fosso, sagomando artificialmente il suo fondo e le sue pareti laterali.
L'Anguillaja è un corso d'acqua intermittente a regime temporaneo, in occasione di piogge consistenti, che presenta alcune notevoli 'marmitte', descritte per la prima volta da Masini (1929). A quel tempo, gli ultimi 300 m del fosso discendente dal M. Sumbra, mostravano ben 13 grandi cavità a paiolo. Il loro numero si è poi ridotto per le distruzioni prodotte anni fa dalla cava dismessa del suo tratto inferiore. Le 'marmitte' superstiti, oggi tutelate dal Parco Regionale, sono facilmente osservabili proseguendo il breve itinerario lungo l'Anguillaja. La risalita del fosso è relativamente facile all'inizio e, il primo salto morfologico, viene superato grazie ad una piccola scala in ferro. Si giunge così alla successione spettacolare di tre 'marmitte' di proporzioni rilevanti, completamente scavate nel marmo (vedi foto a lato).
Più oltre, il percorso richiede pratica nell’uso della corda doppia e nell’arrampicata d’aderenza su roccia. 
 
Morfogenesi: le 'marmitte dei giganti' devono spesso la loro origine all'azione abrasiva di ciottoli ruotanti. Lo sviluppo richiede più condizioni coincidenti, tra cui il movimento vorticoso della corrente fluviale e un substrato roccioso coerente ed omogeneo, come il marmo del M. Sumbra.
A questo modello sembrano riferirsi anche le 'marmitte' dell'Anguillaja e del Fatonero, come dimostrerebbero i segni dell'erosione meccanica sui bordi interni della grande cavità a paiolo raffigurata a lato.
Tuttavia, alcuni Autori hanno ipotizzato una genesi di queste 'marmitte' in regime forzato, attraverso cunicoli subglaciali che dovevano trovarsi nel versante meridionale del Sumbra e del Fiocca, in corrispondenza di ghiacciai o nevai perenni formatisi durante l'ultima glaciazione.
Per altri, la dissoluzione chimica (carsismo superficiale) può aver preparato inizialmente le cavità, su cui l'azione idrodinamica ha poi avuto ragione prevalente o esclusiva (Federici et alii, 1981).

Un sguardo al fosso Fatonero, al Fiocca e al Sumbra
Dalla strada provinciale di Val d'Arni, 700 m più a monte dell'Anguillaja, è facilmente individuabile il fosso Fatonero, di cui si possono osservare gli ultimi 400-500 m di tratto, discendenti dal M. Fiocca. Le 'marmitte' sono state numerate in modo decrescente al risalire del fosso: in tutto sono 21 e di dimensioni analoghe a quelle del fosso gemello. Anch'esse sono scavate nel Marmo.
Nel risalire il M. Fiocca, dal fosso Fatonero, s'incontrano, in successione, Marmi, Calcari selciferi, Diaspri, Calcari selciferi ad Entrochi, Scisti sericitici e Pseudomacigno, con diverse ripetizioni dovute a pieghe minori. Si segnala anche la presenza di tre minuscole klippe di Calcare cavernoso. Il M. Sumbra invece, è costituito prevalentemente da Marmi e Calcari Selciferi. I versanti meridionali di questi due rilievi sono caratterizzati soprattutto da forme di modellamento carsico e glaciale. I solchi arrotondati della parete sud del Sumbra sono legati a processi crionivali, dovuti a nevai perenni o a piccole masse effimere di ghiaccio. 

descrizione geosito


localizzazione cartografica:

carta geologica:


per la legenda della carta geologica clicca qui

   

Attenzione: La risalita completa dei Fossi Anguillaja e Fatonero richiede l'esperienza e la capacità degli escursionisti esperti (EE), poiché sono presenti anche passaggi di III grado. In ogni caso, la visita alle 'marmitte va sempre affrontata in condizioni meteo discrete; in caso di pioggia, l'alveo del torrente, levigato dalle acque, diviene impraticabile.